mercoledì 26 marzo 2014

Obama in Olanda grazie a Farina e Piccenna parla della Trisaia di Rotondella-

 Se quella notte due intraprendenti giornalisti Ivano Farina e Piccenna non avessero fatto lo scoop del viaggio di Plutonio da Rotondella a chi sa dove, probabilmente  della cosa non si sarebbe saputo niente ed ieri al Summit internazionale della sicurezza nucleare che si tiene ad  Ajia in Olanda,  Obama non avrebbe parlato di quel viaggio e della Trisaia di Rotondella e della Basilicata . Infatti l’altro ieri come riportato dai giornali tra cui la Gazzetta del Mezzogiorno, l’argomento di apertura del summit , introdotto da Obama è stato proprio questo , e grazie non alla politica ed ai suoi rappresentati , ma a due giornalisti che si è riaperto la discussione a livello internazionale circa la sicurezza dei trasporti, la trasparenza e il materiale nucleare effettivamente presente in Italia e in Basilicata.
La cosa la diciamo non per incensare chi ha fatto bene il proprio lavoro a cui va dato merito per il coraggio e l’intelligenza con cui ha gestito lo scoop facendo travalicare la notizia i confini di una regione piccola e poco importante ,  gruviera di spazzatura e di sfruttamento , di cui neanche l’alto  numero di morti per tumore fa notizia , ma per far tacere (si proprio tacere ) qualche sindaco in cerca di rissa e intriso di cattiveria , il cui confine del mondo comincia a Montescaglioso e finisce alle porte di Policoro ,  che racconta la storiella dei soldi legati a una notizia , senza capire che per avere rilevanza Internazionale quel fatto andava gestito in quel modo. Ivano Farina  ha un dono quella della scrittura , che mista alla passione l’amore per la sua terra , e tanto sale in zucca , oggi ha consentito alla Basilicata ed ai suoi problemi di essere sulla scena Internazionale , allora lor signori abbiano almeno il buon senso di TACERE.
n attesa di consultare il verbale del summit olandese o quanto meno le dichiarazioni effettive di Obama alle quali dovremmo accedere in giornata, pubblichiamo l'articolo di Marisa Ingrosso sulla Gazzetta del Mezzoggiorno di oggi.

Plutonio e uranio dalla Basilicata. 

Gli USA rivelano: "Così a luglio 2013 abbiamo rimosso scorie dall'impianto Trisaia"

Grazie ad una nota diffusa ieri dalla Casa Bianca, finalmente s’è fatta chiarezza sul trasporto eccezionale super-segreto del 29 luglio 2013 che, partito dallo stabilimento atomico lucano, Itrec, raggiunse l’aeroporto militare di Gioia del Colle( nel barese). Il giorno dopo tutta Italia chiese chiarimenti e piovvero le interrogazioni parlamentari. Le risposte del governo furono scarse e vaghe. Ieri Washington- in apertura del summit sulla sicurezza nucleare dell’Aja- ha spiegato che in quel caso è stato trasportato materiale fissile di gran valore economico e bellico, “uranio altamente arricchito” e “plutonio separato”. Questo materiale (perfetto per le armi nucleari) è partito da vari impianti italiani, per complessivi “ 20 chilogrammi”.
Ed ecco cosa accadde quella notte incredibile della scorsa estate in cui, improvvisamente, un serpentone di gente ( in divisa e non), piombò in Basilicata con i suoi automezzi da film, ripartì dall’Itrec e – bloccando accessi e scacciando i curiosi- arrivò in Puglia, a Gioia. Secondo la casa Bianca, la rimozione è avvenuta attraverso “complesse operazioni” per lo stoccaggio e il trasporto del materiale speciale, che ha compreso anche “il coordinamento di trasporti di uranio da tre diversi siti, lo sviluppo di nuove procedure di stoccaggio” e l’addestramento di “personale specializzato” in queste delicate operazioni.
Il materiale lucano “è stato stoccato in modo sicuro e trasportato in container certificati dalle autorità competenti negli Stati Uniti e in Italia”. A queste operazioni hanno contribuito anche la Gran Bretagna e l'Agenzia atomica internazionale (Aiea). “Nonostante le significative sfide tecniche- sostiene Washington- la squadra è stata in grado di completare con successo operazioni entro i tempi previsti”.
Per altro, si capisce anche che Italia e Stati Uniti programmavano quel trasbordo da anni.
Inoltre , nella sua dichiarazione la Casa Bianca spiega ancora come l’operazione sia stata gestita in modo congiunto dal Dipartimento per l’Energia statunitense, insieme all’iniziativa per la riduzione della minaccia globale della National Nuclear Security administation, insieme alla Società Gestione impianti nucleari (Sogin).
 Il materiale che è stato rimosso in questa ultima operazione “si trovava in tre strutture della Sogin in Italia: l’impianto eurex di Salluggia, gli impianti Ipu ed Opec di Cassaccia  e l’impianto Itrec di Trisaia”.
E’ stata poi l’agenzia Britannica International Nucear Service a gestire il trasporto del materiale dall’Italia agli Stati Uniti dove “rimarrà stoccato in strutture sicure fino a quando sarà smaltito oppure ridotto a uranio a basso arricchimento ed usato per scopi civili” spiega la nota.
Se si son portati via soltanto uranio e plutonio, ciò vuol dire che – per l’ennessima volta in questi decenni- hanno lasciato ai lucani quella “fetecchia” con poco mercato che sono le barre uranio- torio. Esse arrivarono una quarantina di anni fa dal reattore sperimentale Elk River (Minnesota) proprio perché nello stabilimento lucano si sperimentavano nuovi sistemi per estrarre l’uranio. Solo che poi, i progetti dell’Itrec si bloccarono, il nucleare italiano si arenò, e ai lucani rimasero i rifiuti radio-tossici.
Sull’argomento, per altro, c’è un illuminante carteggio diplomatico – svelato grazie a Julian Assange col suo “WikiLeaks”- in cui appaiono evidenti i mille sforzi profusi dai politici italiani per convincere gli americani a riprendersi quelle barre maledette. Sforzi inutili. Gli Usa non ne hanno voluto sapere.
Invece sì che gli italiani avrebbero voluto sapere. E non soltanto cosa accadde sulle loro strade quella notte incredibile ma anche cosa accade ogni giorno nell'impianto trattamento elementi combustibili Itrec di Trisaia, in provincia di Matera.
Perchè la Società Gestione Impianti Nucleari (Sogin), che è una Spa a controllo pubblico e che usa una montagna di soldi pubblici per smantellare centrali e stabilimenti atomici italiani, non ha voluto informare i cittadini di cosa sta facendo per smantellare l'Itrec. 
Purtroppo, come si riportò su queste pagine (ndr. Gazzetta del Mezzogionro), le ripetute richieste di trasparenza della Gazzetta ebbero per tutta risposta un "c'è il segreto di stato" sui rifiuti radioattivi della Basilicata.
La Sogin, infatti, proprio eccependo il "segreto di stato", bloccò la Gazzetta che stava per avere dal Ministero dello Sviluppo Economico sia "il piano globale di disattivazione dell'impianto Itrec di Trisaia" sia "La proposta di prescrizioni per la disattivazione".
In quelle carte c'era e c'è il progetto pluriennale di bonifica che costerà decine di milioni di euro di soldi pubblici. Ma, soprattutto, c'era e c'è anche spiegato come si tutelerà la popolazione durante e dopo lo smaltimento.
Ieri il nuovo presidente del consiglio, Matteo Renzi, sempre all'Aja ha detto che Italia e USA "progettano di continuare a lavorare per eliminare ulteriori stock di materiale nucleare speciale". Bene. Chissà se, questo governo, tanto "nuovo", sotto innumerevoli punti di vista, sarà capace anche di trovare le forze per informare gli italiani di quanto accade sul loro territorio, nelle loro strade, coi loro soldi,  un pò prima e un pò meglio di quanto ha fatto un - grandissimo e democratico - Paese Straniero.