lunedì 2 marzo 2015

Policoro : LA 'NDRINA E LA DROGA NELLO JONIO. ATTESI I RISULTATI DI ESAMI BALISTICI

POLICORO. AL SETACCIO DA PARTE DELLA GUARDIA DI FINANZA ANCHE I DIALOGHI TELEFONICI E VIA INTERNET DEI SOGGETTI COINVOLTI

POLICORO – L'Operazione gentleman, scattata il 16 febbraio scorso a Cassano alla Jonio contro il clan degli zingari, una delle 'ndrine calabresi emergenti, e contro i suoi addentellati nel Metapontino, continua. Nelle ultime ore, addirittura, le attività di indagine coordinate dalla Procura di Matera, con il procuratore capo Celestina Gravina ed il pm Alessandra Susca, e condotte sul “campo” dagli uomini della Guardia di finanza del Comando provinciale e della Compagnia di Policoro, si sono fatte più serrate.

 E, nonostante il profondo riserbo mantenuto da inquirenti ed investigatori, non sono esclusi a breve nuovi provvedimenti cautelari in carcere. Sotto la “lente” i traffici, intensi, per milioni di euro, di stupefacenti che dalla Puglia raggiungevano la Calabria e viceversa. Lungo la 106 Jonica. Il “business” della “Gentleman”, infatti, stava proprio nei movimenti di droga che dal Sud America e dall'Albania arrivavano a Cassano allo Jonio, anche via Basilicata, e da qui in tutta Italia. Alcuni carichi, del resto, sono stati intercettati proprio dai finanzieri di Policoro. 

Trentatre le persone, come è noto, destinatarie di fermi su ordine della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro. Due sono stati eseguiti a Policoro, quello di Giambattista Serio, 38 anni, e di Giacomo Solimando, 50, fratello di Filippo, 46 anni, nato nel centro jonico ma residente a Corigliano Calabro. Filippo Solimando e Luigi Abbruzzese, 25 anni, per i magistrati, avrebbero soggiogato la “locale” di Corigliano e la ‘ndrina degli zingari di Cassano allo Ionio. 

Tra gli indagati, altresì, vi è pure Gerardo Schettino, di Scanzano Jonico, ex carabiniere, detenuto a Santa Maria di Capua Vetere per una sentenza passata in giudicato. Alla Procura di Matera, in particolare, attendono in risultati degli esami balistici condotti sulle armi sequestrate nel Metapontino. Armi che potrebbero “parlare” e dire molto sulla loro passata e recente attività. Anche la documentazione sottoposta a sequestro è in fase di analisi. Si attende, inoltre, la relazione degli esperti della Sopraintendenza ai beni archeologici della Basilicata sul reperti risalenti al quinto secolo avanti Cristo sottoposti anch'essi a sequestro giudiziario. Altri risultati importanti, infine, potrebbero arrivare dallo studio, tutt'ora in corso, delle telefonate e delle chat con cui i soggetti coinvolti nell'Operazione comunicavan

Filippo Mele Gazzetta del Mezzogiorno