lunedì 9 gennaio 2017

SCANZANO J. EROSIONE COSTIERA, SONO A RISCHIO PURE I FRUTTETI. IL MARE STA DIVORANDO ANCHE LA FASCIA BOSCATA

Facciamo una premessa prima della pubblicazione dell'articolo del Giornalista Mele apparso sulla Gazzetta , questo disastro ambientale , era stato annunciato sia da noi che da altre autorevoli persone (De Magistris , Vendola , Docenti Universitari )  e i responsabili hanno nomi  è cognomi ed un indirizzo , e noi faremo nomi cognomi da questo blog e chiederemo alle autorità che a pagare le ingenti somme per ripristinare lo stato dei luoghi non siano i soliti cittadini ma i responsabili 
Ottavio Frammartino

Filippo Mele

SCANZANO JONICO – La spiaggia e la pineta che non ci sono più si trovano a Terzo Madonna, sulla riva sinistra del fiume Agri. L'erosione costiera ha divorato in pochi anni almeno 200 metri di arenile e di fascia boscata. Di fatto, uno degli stabilimenti balneari che per decenni aveva lavorato qui, da qualche anno non può aprire più. La particella data in concessione dalla Regione si trova a 150 metri dalla battigia. Praticamente il concessionario dovrebbe montare le sue strutture su palafitte. Ma, distrutto il turismo, ora è in pericolo anche l'agricoltura a Nord della foresta artuificiale. Domenica siamo stati in sopralluogo nella zona. Subito, il primo “pugno nello stomaco”. L'accesso a quello che una volta era il lido è vietato da un nastro catarifrangente: Ionio off limits in questa spiaggia di Scanzano Jonico, cuore geografico del Metapontino ed ora cuore del gravissimo fenomeno dell'erosione costiera. A destra dell'area vietata quel che è stato il primo, ed unico, intervento di contrasto attuato qui: una sorta di grande barriera in pietra naturale, lunga circa 700 metri, a protezione dell'arenile e della fascia boscata retrostanti. Spesa di 240mila euro a carico della Regione. E, anche se l'effetto estetico è dirompente, pare che i tratti dietro alla “muraglia” si siano salvati. Lo abbiamo verificato ai suoi terminali. Dirigendoci verso la foce dell'Agri, ad esempio, distante circa 1 km, abbiamo visto aree in cui lo Jonio, e non si trattava di una giornata di mare mosso, era penetrato ampiamente nella pineta. Tantissimi gli alberi abbattuti dalle onde. Tantissimi i tronchi galleggianti. Se continuerà così tra qualche anno la fascia boscata costiera non esisterà più. La sua funzione di protezione dei frutteti e delle culture dai venti marini verrà meno. Ma il pericolo è anche un altro. Il salto che le onde debbono compiere per invadere la zona sotto al livello del mare soprastante la boscaglia, una sorta di conca, è di pochi metri. Divorati quelli il mare si aprirà un varco verso Nord. E le colture saranno invase dalle acque saline. Dopo il turismo morirà anche l'agricoltura di Terzo Madonna, una delle aree più fertili del Metapontino. Infine, l'ultimo allarme. Lateralmente alla foce dell'Agri, c'è lo sbocco del canale dell'idrovora del Consorzio di bonifica. La parte terminale delle briglie di contenimento, a sinistra, sono state distrutte della furia delle acque marine. Che sono risalite a 10 metri da un ponte realizzato sulla struttura consortile. Se lo Jonio invaderà il canale, l'idrovora andrà in tilt. Terzo madonna è in pericolo di vita.